La donazione può avvenire non solo da donatore deceduto ma anche da donatore vivente per rene, porzione del fegato, porzione del polmone, intestino, pancreas, osso, cute o midollo osseo.

La legge italiana definisce la morte come la cessazione irreversibile di tutte le funzioni cerebrali: la morte è una sola ma può avvenire per arresto cardiaco o per primitiva lesione irreversibile cerebrale.

In questo ultimo caso il potenziale donatore si trova in un reparto di rianimazione e gli organi vengono mantenuti artificialmente vitali solo per poco tempo: i polmoni con un respiratore artificiale, il cuore, il fegato, i reni, l’intestino con farmaci, mentre il suo cervello ha smesso di funzionare irreversibilmente.

La legge italiana in questi casi obbliga i medici a stilare un certificato di morte solo dopo aver provveduto ad accertarla con particolari criteri (paragrafo: Come viene accertata la morte a causa di lesioni cerebrali).

Invece in caso di morte per arresto cardiaco la certificazione di morte è effettuata per legge con un elettrocardiogramma per 20 minuti continuativi: in questo caso possono essere prelevati tessuti e alcuni organi come rene, fegato e polmoni.