Possono essere trapiantati sia organi vascolarizzati come cuore e reni, che tessuti quali cornee, segmenti vascolari, valvole cardiache.

Organi vascolarizzati: devono essere trapiantati nel più breve tempo possibile (entro poche ore).

Organi non vascolarizzati: conservabili anche per diverso tempo con opportune metodiche.

Alcuni organi e tessuti possono essere donati da persone viventi: rene, fegato, porzione di polmone, intestino, pancreas, osso, cute e midollo osseo.
Un organo prelevato da un donatore non può essere inserito in qualsiasi soggetto, ma in quello più compatibile per l’aspetto immunologico (per questo si fanno dei test di compatibilità).

Il donatore viene sottoposto a esami ematici e strumentali per verificare che i suoi organi siano idonei ad essere trapiantati.
Gli organi che possono essere donati sono: i reni, il fegato, il cuore, i polmoni, il pancreas e l’intestino.

Tessuti che possono essere donati: la cornea, il midollo osseo, la cute, i segmenti vascolari, le valvole cardiache, le isole pancreatiche, le ossa, i tendini, le cartilagini e le cellule staminali da cordone ombelicale.

Sono vietati il prelievo di gonadi ed encefalo e la creazione di embrioni umani con il solo scopo di prelevarne gli organi.

Esiste la possibilità di trapiantare più organi in contemporanea nello stesso paziente. Questo tipo di trapianto viene definito “trapianto combinato”, che normalmente può essere: fegato-rene, fegato-polmone, cuore-rene, cuore-polmoni, fegato-intestino, indicati in caso di malattie che abbiano coinvolto più organi in modo grave.

PROBLEMI ANCORA APERTI

Trapianto di mano: riservato a chi ha perso parte di un arto superiore.

Trapianto di faccia: per chi ha avuto una deturpazione del volto.

Xenotrapianto: trapianto utilizzando organi provenienti da animali (maiale).

Sono ancora pochissimi al mondo i pazienti sottoposti a questi trapianti con risultati controversi che innescano problemi di tipo etico, sociale, psicologico. La risposta è ancora affidata alla comunità scientifica internazionale.

Per quanto riguarda lo xenotrapianto, l’ingegneria genetica non ha ancora la ricetta giusta per rendere possibile l’attecchimento e la funzionalità dell’organo dell’animale trapiantato nell’uomo. Sono necessari ancora anni di ricerca e di studio.